Invalidità civile: come funziona ed è compatibile con la P.IVA?

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Cosa si intende con “invalidità civile”?

L’invalidità è una condizione permanente, derivante da una menomazione o da un deficit intellettivo, psichico o fisico, che comporta una difficoltà nello svolgimento delle normali attività quotidiane.

L’invalidità civile, in particolare, viene definita dalla legge italiana come “una riduzione permanente e non inferiore ad un terzo della capacità di svolgere attività lavorative”, che non sia dovuta a cause di servizio, lavoro o guerra e che si esprime, previa valutazione da parte di esperti, in percentuale.

Nel caso di bambini, o comunque di soggetti minorenni, l’invalidità civile viene considerata come una difficoltà che riguarda lo svolgimento di attività, funzioni e compiti commisurati alla fascia di età.

In ultimo, rientrano nella categoria degli invalidi civili anche i soggetti ciechi e/o sordomuti.

Come viene riconosciuta l’invalidità civile?

Il riconoscimento dell’invalidità civile ha inizio con la compilazione, da parte del medico di base, di un modello di certificazione predisposto dall’INPS, volto ad attestare la natura delle menomazioni o dei deficit psico-fisici.

Una volta ottenuto questo “certificato introduttivo”, tocca al richiedente o a colui che ne fa le veci (es. rappresentante legale) presentare la domanda all’INPS. La presentazione può essere effettuata online (se in possesso di Spid), tramite una procedura telematica, da un CAF o altro ente abilitato.

A questo punto, il soggetto richiedente viene convocato da una Commissione ASL, incaricata dall’INPS stesso, per sottoporre a verifica la documentazione rilasciata dai professionisti che hanno certificato l’invalidità.

Cos’è la percentuale di invalidità civile?

Ma perché è così importante la percentuale di invalidità civile? Semplice: perché da essa dipendono sia eventuali bonus economici (es. indennità, assegno sociale, ecc.), sia altri tipi di sgravi e benefici.

In particolare, con il riconoscimento delle seguenti percentuali di invalidità, il soggetto ha diritto a:

  • Meno di 33% → Nessun riconoscimento (non invalido)
  • Dal 33 al 73% → Sgravi fiscali, riduzione ticket per assistenza sanitaria, ecc.
  • Dal 74% → Assegno mensile (dai 18 ai 67 anni, privi di impiego) o assegno sociale INPS (per gli over 67)
  • 100% → Pensione di inabilità (dai 18 ai 67 anni, entro certi limiti reddituali)

Analizziamo insieme le varie forme di sussidio per invalidità civile e le categorie che possono riceverlo.

Assegno mensile di assistenza per invalidi civili

L’assegno mensile per invalidi civili è una prestazione economica, erogata in favore dei soggetti con una comprovata riduzione della capacità lavorativa (dal 74 al 99%) e con un basso reddito.

Esso spetta, infatti, agli invalidi parziali con reddito personale annuo inferiore a 4.926,35 euro e di età compresa tra i 18 e i 67 anni (superata questa soglia di età, si passa all’assegno sociale INPS). Tale finestra rimarrà in vigore fino al 31 dicembre 2022; successivamente, verrà rivalutata in base ai dati Istat sull’aspettativa di vita.

La prestazione è erogabile in favore dei cittadini italiani residenti in Italia. A loro sono equiparati, purché sempre residenti in Italia, i cittadini comunitari ed extracomunitari legalmente soggiornanti nel territorio nazionale.

Per l’anno 2020, l’assegno mensile per invalidità civile è pari a 286,81 euro, erogati in 13 mensilità.

Pensione di inabilità per invalidità civile al 100%

La pensione di inabilità è un beneficio economico, erogato anch’esso dall’INPS, in favore dei soggetti riconosciuti come impossibilitati, in maniera assoluta e permanente, a svolgere qualsiasi attività lavorativa.

Possono accedervi tutte le categorie di lavoratori (dipendenti, autonomi e iscritti alla Gestione Separata), che riceveranno un sussidio dalla cifra variabile a seconda dei contributi precedentemente versati, ottenuta mediante un sistema di calcolo misto (una parte calcolata con il sistema retributivo, l’altra con il sistema contributivo) o soltanto contributivo, se il soggetto ha iniziato l’attività lavorativa in data successiva al 31 dicembre 1995.

Per gli invalidi civili che versano in condizioni economiche svantaggiate, ovvero con un reddito personale annuo inferiore a 16.982,49 euro, è prevista un’indennità pari a 286,81 euro, erogati in 13 mensilità.

Inoltre, ricordiamo che i pensionati di inabilità, che si trovano nell’impossibilità di deambulare senza il supporto costante di un accompagnatore o che non sono in grado di adempiere alle necessità quotidiane, possono presentare la richiesta per ottenere un ulteriore assegno per l’assistenza personale e continuativa.

Assegno sociale INPS per invalidi civili in età pensionabile

Al superamento dell’età pensionabile, che per l’anno 2020 è fissata a 67 anni, i soggetti beneficiari di assegno mensile per invalidità civile o di pensione di inabilità per invalidi civili al 100% passano al cosiddetto “assegno sociale INPS” che, sempre per l’anno in corso, è pari a 459,83 euro per 13 mensilità.

Il limite di reddito è pari a 5.977,79 euro annui per i single o 11.955,58 euro per i soggetti coniugati.

Inoltre, come specificato sul sito ufficiale dell’INPS:

  • Hanno diritto all’assegno in misura intera i soggetti non coniugati in assenza di reddito e i soggetti coniugati che hanno un reddito familiare inferiore al totale annuo dell’assegno.
  • Hanno diritto all’assegno in misura ridotta i soggetti non coniugati che hanno un reddito inferiore all’importo annuo dell’assegno e i soggetti coniugati che hanno un reddito familiare compreso tra l’ammontare annuo dell’assegno e il doppio dell’importo annuo dell’assegno.

Indennità di accompagnamento

I soggetti ai quali è stata attribuita un’invalidità civile totale, e cioè al 100%, e che presentano delle gravi difficoltà nella deambulazione e/o nello svolgimento autonomo delle attività quotidiane, senza ricorrere all’aiuto di un assistente personale, possono richiedere, oltre alla pensione di inabilità o all’assegno sociale INPS, anche un’ulteriore forma di sostegno economico: l’indennità di accompagnamento.

L’indennità di accompagnamento – pari a 520 euro, erogati in 12 mensilità – viene assegnata solo ai soggetti residenti stabilmente in Italia, a prescindere dall’ammontare del reddito personale annuo.

Inoltre, l’indennità di accompagnamento può essere cumulata con la pensione di inabilità, con l’assegno sociale e con altre forme di reddito derivanti da lavoro dipendente o da lavoro autonomo.

Invalidità civile e Partita IVA: conviene mettersi in proprio?

Una domanda che, spesso, ci viene posta è la seguente: “Se percepisco un assegno mensile o una pensione per invalidità civile, posso aprire la Partita IVA? E se la apro, perdo il diritto al sussidio?”.

Partiamo da un presupposto: se ti è stata riconosciuta una percentuale di invalidità civile, nulla ti vieta di avviare un’attività d’impresa, artigianale o professionale. Tuttavia, nonostante non vi sia alcun divieto “esplicito”, potresti incorrere nella sospensione o nella revoca del sussidio economico.

In quali casi, in particolare, si rischia di perdere l’assegno o la pensione per invalidità civile?

Quando i redditi derivanti dalla nuova attività superano le soglie limite stabilite dall’INPS per l’anno in questione. Nel 2020, ad esempio, non si possono superare 4.926,35 euro (per l’assegno mensile di assistenza per invalidità civile), 16.982,49 euro (per la pensione di inabilità), 5.977,79 euro o 11.955,58 euro (per l’assegno sociale).

Questo rischio viene, però, compensato da varie forme di sgravi fiscali per le persone con disabilità o deficit psico-fisici, che riguardano, ad esempio, l’acquisto di autovetture o l’esecuzione di lavori finalizzati a rimuovere barriere architettoniche, oltre a sconti IRPEF ed altre agevolazioni che variano di anno in anno.

Inoltre, ricordiamo che, per i soggetti di età compresa tra i 18 e i 67 anni con percentuale di invalidità civile superiore a 46%, è previsto l’inserimento nelle “liste speciali” degli enti di collocamento, per cui risulta più facile accedere a concorsi pubblici, a posizioni lavorative presso aziende private o altre forme di collaborazione.

Conclusioni

In conclusione, a nostro avviso, il timore di perdere i bonus economici qui menzionati non dovrebbe porre un freno alla voglia di cimentarsi in un determinato campo o di avviare una propria attività lavorativa.

Pertanto, se stai pensando di aprire Partita IVA come avvocato, psicologo, tecnico informatico o qualsiasi altra professione  e dedicarti ad un lavoro che ti piace, ti stimola e – cosa non meno importante – ti permette di guadagnare e renderti autonomo, è il momento di trovare il coraggio e… partire per il verso giusto!

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