Regime forfettario: cos’è, come si accede e quali sono i vantaggi?

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Questa è una guida verificata

In breve

In questo articolo ti spiegheremo cos’è il regime forfettario, quali sono i requisiti per accedere e quali vantaggi ti permette di ottenere. Qui sotto trovi un riassunto di tutte le informazioni ma, se preferisci andare nel dettaglio, puoi leggere ogni capitolo scorrendo in basso. 

Conoscere i vantaggi offerti dal regime forfettario, quindi quello agevolato, ti permetterà di sfruttare al meglio la tua Partita IVA, risparmiando molti soldi. Per saperne di più ti consigliamo di rivolgerti ad un commercialista che analizzerà la tua attività nel dettaglio e ti dirà se puoi sfruttare le agevolazioni. 

Anche noi offriamo questo servizio e per richiederlo, ti basta compilare il modulo in cima.

Con il regime forfettario le tue tasse saranno ridotte al minimo

Questo perché ti permette di pagare il 15% di tasse o il 5% per i primi 5 anni se hai aperto una nuova Partita IVA. 

Per trovare l’importo su cui pagare le tasse devi moltiplicare i tuoi incassi per un coefficiente, detto di redditività, diverso in base al lavoro che svolgi.

Ad esempio, se hai incassato 20.000€ e il tuo coefficiente è 78%, pagherai le tasse su 15.600€, quindi 20.000€ x 78%.

Non dovrai applicare l’IVA e la ritenuta d’acconto

In questo modo potrai avere un vantaggio competitivo rispetto ai tuoi concorrenti e avrai una semplificazione delle pratiche.

Puoi aprire una Partita IVA forfettaria se rispetti 6 requisiti: 3 sono personali

Il primo è essere residente in Italia. Inoltre non devi essere socio di una società di persone o possedere quote di maggioranza in una società di capitali che opera nello stesso settore dell’attività che aprirai.

Gli altri 3 requisiti sono di tipo economico

Il primo è di avere incassato meno di 85.000€ nell’anno precedente con un’attività autonoma, il secondo di aver pagato eventuali compensi a collaboratori per un importo inferiore a 20.000€ all’anno.

Oltre a questi, ricorda che se sei dipendente, la tua RAL nell’anno precedente all’apertura deve essere inferiore a 30.000€.

Capire se ti conviene davvero il regime forfettario non è sempre facile

Può convenirti se i costi che dovrai sostenere sono pari o più bassi di quelli stimati forfettariamente dallo stato. Eppure, non è sempre così.

Infatti, se hai molti costi, ti conviene valutare l’utilizzo del regime ordinario con il quale potrai sottrarre ogni spesa relativa alla tua attività riducendo l’importo su cui dovrai calcolare le tasse. 

Studieremo gratuitamente il tuo caso e troveremo il regime fiscale più conveniente per te

Per valutare l’accesso e la convenienza all’adesione a questo regime puoi rivolgerti ad un commercialista.

Puoi ricevere una consulenza gratuita e senza impegno con un esperto fiscale cliccando il bottone prenota una consulenza qui sotto.

 

Regime forfettario: cos’è e quali i vantaggi?

Il regime forfettario è un regime fiscale, ovvero l’insieme di regole e obblighi che hai con la Partita IVA

Fanno parte di queste regole la quantità di contributi e tasse da pagare, i documenti necessari per aprire Partita IVA e le agevolazioni alle quali hai accesso.

Il 1° vantaggio è che paghi solo il 15 o 5% di tasse

Normalmente una Partita IVA paga dal 23 al 43% di tasse ma, con il regime forfettario, questa quantità scende al 15% o al 5%. Il 5% si applica per le nuove attività che rispettano alcuni requisiti, li vedremo in seguito.

Il 2° vantaggio è che non paghi l’IVA

Solitamente una Partita IVA deve aggiungere al costo di ciò che vende anche l’IVA, una percentuale che va dal 4% al 22%. Questa quantità di denaro fa aumentare il prezzo che il tuo cliente deve pagare per ciò che vendi, rendendoti meno competitivo.

In regime forfettario non dovrai applicare l’IVA. Se vendi delle scarpe a 50€, chi le compra dovrà pagare solo 50€. Normalmente dovrebbe pagare 61€ ovvero 50€ più l’IVA che nel caso delle scarpe è al 22%.

Grazie a questa agevolazione potrai offrire ai tuoi clienti un prezzo più basso.

Il 3° vantaggio è che non sei soggetto agli studi di settore

Gli studi di settore, che oggi si chiamano ISA – indici sintetici di affidabilità fiscale, sono analisi fatte dall’agenzia delle entrate. Determinano quanto dovrebbe guadagnare un’attività in alcuni settori.

Se hai un’attività in questi settori e guadagni meno degli indicatori, dovrai pagare delle tasse aggiuntive per portarti in linea con la media.

Se ad esempio hai un e-commerce che dovrebbe pagare 10.000€ e l’indicatore dice che gli e-commerce come il tuo dovrebbero pagare 12.000€, pagherai la differenza di 2.000€.

In regime forfettario, la tua attività non viene presa in considerazione e non deve pagare tasse aggiuntive.

Un ulteriore vantaggio è che, se rispetti un requisito, puoi chiedere di pagare il 35% di contributi in meno

Il requisito per fare questa richiesta è avere un’attività considerata artigianale o commerciale, ad esempio se sei un idraulico o hai un e-commerce.

Un artigiano infatti paga normalmente circa 4.500€ di contributi fissi all’anno e una quota variabile che dipende dal suo fatturato. La quota fissa diventerà di circa 2.925€ ovvero 4.500€ tolto il 35% e la quota variabile subirà anch’essa una riduzione del 35%.

Possiamo dirti gratuitamente a quali altri vantaggi fiscali hai diritto

Visto che queste agevolazioni cambiano per ogni caso, un consulente fiscale può spiegarti nel dettaglio le agevolazioni previste per il tuo. Se vuoi puoi ricevere una consulenza fiscale gratuita e senza impegno da un esperto, cliccando il riquadro qui sotto.

 

Requisiti: quali sono quelli per pagare il 5 o 15% di flat tax?

I requisiti per accedere al regime forfettario sono 6 e devi averli tutti contemporaneamente

Nel momento dell’apertura devi essere residente in Italia, non devi essere socio di una società di persone e non devi avere quote di maggioranza in società di capitali che operano nello stesso settore della tua attività individuale.

Nel caso avessi avuto un’attività in Partita IVA nell’anno precedente, non devi aver incassato più di 85.000€ con un’attività autonoma e non devi aver pagato collaboratori o dipendenti per più di 20.000€. Questa quota comprende anche tasse, contributi, assicurazioni obbligatorie, TFR e tutti gli altri costi che avresti potuto sostenere per un dipendente.

Se hai un lavoro come dipendente, la tua RAL dell’anno precedente non deve aver superato i 30.000€. Se nell’anno precedente avevi una RAL superiore a 30.000€ ma il tuo rapporto di lavoro è terminato, ad esempio in caso di licenziamento, dimissioni o termine naturale del contratto a tempo determinato, puoi avere il regime forfettario.

Con questi requisiti puoi accedere al regime forfettario e pagare il 15% di tasse.

Se vuoi accedere e pagare il 5% al posto del 15% devi avere altri 3 requisiti

Per prima cosa, la tua attività non deve essere una prosecuzione dell’attività di lavoro dipendente svolta in precedenza, cioè non devi svolgerla nello stesso luogo, con gli stessi clienti e con gli stessi strumenti. L’unica eccezione a questa regola è il praticantato obbligatorio per alcune professioni come ad esempio il commercialista o l’avvocato.

Il secondo requisito è che nel corso dei tre anni precedenti non devi essere stato titolare di Partita IVA. Se prosegui l’attività già avviata da qualcun altro, lui non deve aver superato gli 85.000€ di incassi nell’anno precedente.

La tassazione al 5% dura per cinque anni fiscali, dal sesto anno in poi pagherai il 15% 

L’anno fiscale finisce sempre il 31 dicembre, indipendentemente da quando apri la tua attività. Se ad esempio apri la tua attività ad ottobre, il tuo primo anno di agevolazione durerà solo due mesi ma conterà come anno intero.

Possiamo aiutarti a capire gratis se hai i requisiti per la tassazione al 5%

Un consulente fiscale può studiare la tua situazione nel dettaglio e dirti se puoi accedere all’agevolazione. Puoi ricevere una consulenza fiscale gratuita e senza impegno con un esperto cliccando la foto qui sotto.

 

Limiti: come tengo il forfettario a lungo e quando lo posso perdere?

Per mantenere il regime forfettario dovrai mantenere i requisiti di accesso e rispettare un nuovo limite

Devi rimanere residente in Italia, non devi diventare socio di una società di persone e non devi ottenere quote di maggioranza in società di capitali che operano nello stesso settore della tua attività individuale.

Devi incassare meno di 85.000€ e non devi pagare collaboratori o dipendenti più di 20.000€. Questa quota comprende tasse, contributi, assicurazioni obbligatorie, TFR e tutti gli altri costi che devi sostenere per un dipendente.

Se hai un lavoro come dipendente, la tua RAL deve rimanere al di sotto dei 30.000€. 

Inoltre, almeno il 75% dei tuoi incassi deve provenire da clienti italiani o attività che hanno sede in Italia.

Se perdi uno qualsiasi dei requisiti ma rimani con un incasso inferiore a 100.000€, l’anno successivo esci dal regime forfettario

Ciò vuol dire che dall’anno successivo dovrai pagare l’IRPEF, applicare l’IVA sui tuoi prezzi, inserire le ritenute d’acconto in fattura e sarai soggetto agli studi di settore.

Se invece incassi più di 100.000€, esci immediatamente dal regime forfettario

Questo significa che da quel momento in avanti dovrai iniziare ad applicare l’IVA sui tuoi prezzi e dovrai inserire la ritenuta d’acconto nelle tue fatture verso altre attività.

Su tutti gli incassi dell’anno pagherai l’IRPEF, la tassa che deve pagare chi ha la Partita IVA in regime ordinario che va dal 23% al 43%

Ogni anno puoi verificare se hai i requisiti ed eventualmente tornare al regime forfettario

Se ad esempio nel 2023 incassi 100.000€, nel 2024 non potrai accedere al regime forfettario. Se poi nel 2024 torni ad incassare meno di 85.000€ e rispetti tutti i requisiti, nel 2025 potrai tornare nuovamente al regime forfettario con tassazione al 15%.

Possiamo aiutarti gratuitamente a capire come rimanere nei limiti e mantenere la tassazione al 5% per tutti gli anni disponibili

Un esperto fiscale può studiare la tua situazione nel dettaglio e dirti come organizzare la tua attività e le tue entrate per tenere il più possibile il regime agevolato. 

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Contributi: quali si pagano in regime forfettario?

Quando apri un’attività autonoma, una delle tue nuove responsabilità è quella di versare i contributi previdenziali obbligatori

I contributi sono una quantità di denaro che devi versare al tuo ente previdenziale di riferimento e, in cambio, ottieni prestazioni previdenziali come la pensione di vecchiaia o il sussidio di maternità.

Se sei un libero professionista iscritto ad un albo o ordine professionale che ha creato una cassa previdenziale privata, dovrai iscriverti alla tua cassa di riferimento

Ad esempio gli avvocati devono iscriversi alla cassa forense, i medici e gli odontoiatri devono iscriversi ad ENPAM, i giornalisti devono iscriversi ad INPGI.

Dovrai versare i contributi secondo le regole della tua cassa. Per ognuna sono diverse ma in genere dovrai versare tre tipi di contributi: oggettivo, che serve per la tua pensione, integrativo, che serve per finanziare la cassa, di maternità, che serve per sostenere le colleghe che scelgono di avere un figlio.

Se sei un libero professionista e per la tua attività non esiste una cassa professionale privata o non hai i requisiti per accedere, devi iscriverti alla gestione separata INPS

Dovrai versare i contributi in proporzione a quanto guadagni. La quota da versare cambia ogni anno e per il 2024 è il 26,07% della differenza tra incassi e spese.

Se sei un artigiano o un commerciante devi iscriverti alla gestione artigiani o commercianti INPS

Dovrai versare due tipi di contributi: fissi e variabili. Le quote variano ogni anno. Per il 2024 i contributi fissi da pagare sono circa 4.500€. Dovrai versarli in quattro rate trimestrali di pari importo, indipendente da quanto incasserai. 

I contributi variabili sono invece da pagare se la differenza tra incassi e spese supera i 18.415€. Sulla parte che avanza questa quota, detta minimale, dovrai pagare circa il 24%. Dovrai effettuare il pagamento entro il 30 giugno dell’anno successivo.

Nella tabella vediamo le quote precise:

Gestione INPS Contributi fissi Quota minimale Contributi variabili
Artigiani 4.427,04€ 18.415€ 24%
Commercianti 4.515,43€ 18.415€ 24,48%

Come artigiano o commerciante puoi anche chiedere una riduzione del 35% dei contributi

In questo caso, le quote diventano:

Gestione INPS Contributi fissi ridotti Quota minimale Contributi variabili

ridotti

Artigiani 2.877,57€ 18.415€ 15,6%
Commercianti 2.935,03€ 18.415€ 15,91%

Possiamo aiutarti gratuitamente a capire quanti contributi devi versare e come accedere alle agevolazioni

Un consulente fiscale può studiare la tua situazione nello specifico, dirti a quale cassa o gestione ti devi iscrivere e aiutarti a calcolare quanti contributi dovrai versare. Richiedi una consulenza fiscale gratuita e senza impegno con un nostro esperto cliccando il riquadro qui sotto.

 

Tasse in forfettario: come si calcolano e quando si pagano?

Pagherai le tasse su una percentuale di quanto incassi tolti i contributi che hai pagato

La percentuale si chiama coefficiente di redditività e ogni attività ha il suo. Ad esempio uno psicologo ha il 78% ed un muratore l’86%.

La prima cosa da fare sarà dunque moltiplicare ciò che hai incassato durante l’anno per il tuo coefficiente di redditività. Se ad esempio sei uno psicologo che ha incassato 10.000€ e ha un coefficiente del 78%, il valore su cui paghi le tasse è 7.800€.

Una volta trovato questo valore, dovrai togliere la quantità di contributi che hai pagato. Se ad esempio hai pagato 2.000€ di contributi, il risultato sarà 5.800€ ovvero 7.800€ tolti 2.000€.

Su questi 5.800€, detti reddito imponibile dovrai pagare il 15% o il 5% di tasse a seconda della tua situazione. Dunque 870€ nel caso del 15% di 5.800€ o 290€ nel caso del 5% di 5.800€.

Ogni anno paghi una parte delle tasse dell’anno precedente e una parte di quelle dell’anno in corso

Se ad esempio per il 2023 avresti dovuto pagare 500€ di tasse, per il 2024 paghi 250€ entro il 30 giugno e 250€ entro il 30 novembre. Questi sono gli acconti e sono una stima delle tasse che dovrai pagare. 

Quando finisce l’anno e si trovano le tasse che devi effettivamente pagare per il 2024, si calcola la differenza con quello che hai già pagato. 

Devi pagare la differenza entro il 30 giugno 2025, a titolo di saldo per il 2024. Insieme al saldo 2024 pagherai anche il primo acconto 2025.

Le scadenze per il pagamento sono le stesse ogni anno: 30 giugno e 30 novembre

Entro il 30 giugno paghi il saldo delle tasse dell’anno precedente e il primo acconto dell’anno in corso. Puoi scegliere di pagare entro il 30 luglio con una maggiorazione dello 0,4%.

Entro il 30 novembre devi pagare il secondo acconto per l’anno corrente

Possiamo aiutarti gratuitamente a capire quante tasse dovrai versare 

Un consulente fiscale può studiare la tua situazione nello specifico, fare una previsione di quante tasse dovrai pagare e fornirti tutto il supporto necessario per pagare il meno possibile. 

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Aprire Partita IVA forfettaria: come si fa e quanto costa?

Per prima cosa devi capire se sei un libero professionista oppure se devi aprire una ditta individuale

Sei libero professionista se svolgi un’attività di tipo intellettuale come ad esempio il medico o l’avvocato. Invece, devi aprire una ditta individuale se svolgi un’attività artigianale, commerciale come ad esempio il parrucchiere o l’idraulico.

Per aprire come libero professionista devi compilare il modello AA9/12 gratuitamente o supportato da un professionista

In questo modello dovrai inserire i dati relativi alla tua attività come ad esempio il nome che vuoi dargli e l’indirizzo dove lavorerai. Puoi scaricarlo dal sito web dell’agenzia e, dopo averlo compilato, ricaricarlo  sul sito.

Dovrai anche iscriverti ad una cassa o gestione previdenziale per versare i contributi ma dovrai farlo sul sito web dell’ente e non su quello dell’agenzia delle entrate. In questo modello dovrai segnalare anche di voler accedere al regime forfettario nel caso tu ne abbia i requisiti.

Se fai tutto da solo non dovrai pagare niente, se invece ti fai supportare da un commercialista dovrai pagare la sua parcella, solitamente intorno ai 400€.

Per aprire una ditta individuale, devi iniziare acquistando una PEC e un servizio di firma digitale, avrai inoltre alcuni costi da affrontare

PEC e firma digitale ti serviranno per completare le pratiche necessarie dette ComUnica e SCIA.

La ComUnica ti permette in un’unica soluzione di aprire la Partita IVA, iscriverti alla gestione commercianti o artigiani INPS, iscriverti al registro delle imprese in camera di commercio ed eventualmente anche all’INAIL se sei un artigiano.

La SCIA va invece inviata allo sportello SUAP del comune in cui ha sede la tua attività per avvisare che hai iniziato la tua attività.

Riguardo i costi vediamo qui sotto quali sono:

  • PEC e firma digitale: a partire da 35€ in base al servizio che scegli
  • imposta di bollo: 17,50€
  • diritti di segreteria: 18€
  • diritto camerale: da 53€ a 120€ in base all’attività che svolgi
  • SCIA: da 0€ a 200€ in base al comune in cui decidi di avviare la tua attività

Se deciderai di farti supportare da un commercialista dovrai anche pagare la sua parcella che potrebbe andare dai 400 ai 600€.

Possiamo aiutarti gratuitamente a raccogliere tutte le pratiche necessarie all’apertura della Partita IVA forfettaria

Un nostro esperto è a tua disposizione per una consulenza gratuita e senza impegno riguardo ciò che è necessario per la tua Partita IVA. Potrai poi decidere se vuoi affidarti a noi per svolgere le pratiche oppure cercare altrove.

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Scritta da un nostro Autore

francesca_noroles

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