La ritenuta d’acconto si calcola applicando una percentuale specifica ai compensi in fattura o ricevuta.
Esistono tre percentuali di ritenuta d’acconto:
- 20%: quella che viene utilizzata nella maggioranza dei casi, sia per quanto riguarda professioniste e aziende, sia in caso di prestazione occasionale
- 30%: si utilizza in caso di fatture di professionisti residenti all’estero
La ritenuta si applica infatti solo sull’imponibile fiscale, senza conteggiare gli eventuali importi di:
- IVA
- contributo integrativo
- rimborsi spese
Ad esempio:
Laura è un’avvocata libera professionista il cui compenso per una consulenza è 300€.
- compenso netto: 300€
- ritenuta d’acconto 20%: 300€ x 20% = 60€
Le altre voci all’interno della fattura sono:
- IVA 22%: 300€ x 22% = 66€
- contributo integrativo 4%: 300€ x 4% = 12€
- totale della fattura: 300€ + 66€ + 12€ – 60€ = 318€
La ritenuta d’acconto è una trattenuta che sul compenso che tuo il cliente deve versare allo stato come anticipo sulla tua IRPEF.
Quando arriva il momento della dichiarazione fiscale, allo stato verserai allo stato le tasse meno la ritenuta che è già stata versata per te.
Se invece sei tu a dover versare allo stato la ritenuta d’acconto per un tuo fornitore, dovrai farlo tramite modello F24 con il codice tributo 1040.
Sono soggetti a ritenuta d’acconto:
- i liberi professionisti in regime ordinario
- coloro che svolgono attività di lavoro in prestazione occasionale
- chi riceve redditi da capitale
- coloro che ricevono altri redditi specificati dalla legge
Se hai la Partita IVA in regime forfettario, non sei soggetto a ritenuta d’acconto in quanto non devi versare l’IRPEF ma, al suo posto, paghi un’imposta sostitutiva.
Se cerchi un aiuto per calcolare la ritenuta d’acconto sulle tue fatture come libero professionista, il commercialista è il professionista giusto a cui rivolgerti.
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