La ritenuta d’acconto si calcola in percentuale sul compenso lordo.
La ritenuta d’acconto rappresenta un anticipo sulle tasse che viene versato dalla tua azienda cliente al posto tuo, e si calcola sottraendo il 20% al compenso direttamente in fattura.
Non dovrai inserire la ritenuta d’acconto nella ricevuta se:
- la prestazione è stata svolta nei confronti di un privato o di un lavoratore autonomo in regime forfettario perché questi soggetti non sono sostituti d’imposta e quindi non possono versare la ritenuta d’acconto per conto tuo
- sei titolare di Partita IVA nel regime dei minimi o in regime forfetario, perché per questi regimi fiscali non è prevista
La ritenuta d’acconto deve essere applicata da:
- società di persone o di capitali
- titolari di Partita IVA in regime ordinario
- lavoratori che effettuano prestazione occasionale
Ad esempio: Carlo è un social media manager in regime ordinario che vende una strategia social a 1.000€. La sua fattura sarà:
- compenso: 1.000€
- ritenuta d’acconto 20%: -200€
- IVA 22% : 220€
- totale da pagare: 1.220€
Carlo non riceverà i 200€ di ritenuta d’acconto ma l’azienda cliente li verserà allo stato al posto suo entro il 16 del mese successivo tramite modello F24.
Quando, in fase di dichiarazione fiscale, Carlo dovrà calcolare le tasse da pagare allo stato, sottrarrà al totale le ritenute d’acconto che i suoi clienti hanno versato per conto suo e pagherà solo la differenza.
Se le ritenute d’acconto versate dai clienti dovessero essere superiori alle tasse totali da pagare, Carlo riceverà un rimborso dall’agenzia delle entrate.
Per avere un aiuto per calcolare le ritenute d’acconto, il commercialista è il professionista giusto a cui rivolgerti.
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