Partita IVA onicotecnica: ATECO, come aprire e quanto costa?

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Cosa fa l’onicotecnica?

L’onicotecnica è una figura professionale specializzata nella ricostruzione, applicazione e decorazione delle unghie. Utilizzando tecniche, materiali e appositi strumenti, è in grado di spaziare dalla classica manicure alla nail art, con applicazione di glitter, french e decorazioni in rilievo. 

Quali requisiti devo avere per fare l’onicotecnica?

Non esiste una normativa nazionale univoca che indichi quali requisiti devi possedere per aprire Partita IVA come onicotecnica e lavorare in autonomia. 

In alcune regioni, in cui le lavoratrici specializzate nella ricostruzione delle unghie sono assimilate ad estetiste, è necessario attenersi ai criteri previsti per questa categoria professionale.

Se vuoi lavorare come onicotecnica, affittando una cabina o una poltrona presso un centro estetico gestito, devi conseguire la qualifica di estetista. 

In aggiunta a ciò, devi dimostrare le tue competenze in questo particolare settore, frequentando un corso di specializzazione o uno stage sulle tecniche di nail art, in modo da raggiungere una formazione completa.

Quale codice ATECO devo scegliere per fare l’onicotecnica?

Il codice ATECO che rappresenta al meglio i servizi e le prestazioni che andrai ad esercitare come onicotecnica è 96.09.03, la cui descrizione è: servizi di manicure e pedicure.

Utilizzando questo codice ATECO, nel caso di adozione del regime forfettario, il coefficiente di redditività che dovrai applicare per determinare l’importo su cui saranno calcolate le tue tasse e i tuoi contributi sarà del 67%. 

Ciò vuol dire che alla tua professione vengono attribuite spese forfettarie per il 33% dell’incassato. Non potrai scaricare altre spese, ad eccezione dei contributi previdenziali versati all’INPS.

Come apro l’attività di onicotecnica?

L’attività di onicotecnica rientra nei servizi alla persona, esercitando questo tipo di lavoro sarai inquadrata come ditta individuale artigiana

Prima di iniziare la tua attività dovrai predisporre ed inviare la ComUnica, una pratica telematica che assolve contemporaneamente a più funzioni:

  • apertura della Partita IVA, definizione del codice ATECO e scelta del regime fiscale
  • iscrizione al registro delle imprese e all’albo degli artigiani presso la camera di commercio
  • iscrizione alla gestione artigiani presso l’INPS
  • apertura posizione INAIL
  • Inoltre, nelle regioni in cui vige l’obbligo, dovrai presentare contestualmente anche la SCIA (segnalazione certificata di inizio attività) presso gli sportelli SUAP del comune che ospiterà la tua sede, allegando la documentazione che attesti il possesso di tutti i requisiti.

Onicotecnica e regime forfettario: ecco come risparmiare sulle tasse

Il regime forfettario è la scelta più vantaggiosa per la tua nuova attività in Partita IVA con reddito fino a 85.000 €. 

Si tratta di un regime fiscale agevolato, che prevede una tassazione con aliquota fissa al 15%, ridotta al 5%, in caso di nuova attività,  per i primi cinque anni.

Per valutare il vantaggio, basti pensare che, nel regime ordinario la percentuale di tasse da pagare varia del 23% al 43% con un sistema a scaglioni progressivi di reddito.

Il regime forfettario, inoltre, ti consente di emettere le fatture senza dover applicare l’IVA. 

Ciò rappresenta, oltre che una semplificazione amministrativa, anche un vantaggio competitivo in quanto, non dovendo maggiorare i tuoi prezzi con l’imposta sul valore aggiunto (IVA), le tue prestazioni risulteranno più convenienti agli occhi dei tuoi clienti rispetto alle tue concorrenti che utilizzano il regime ordinario.

Quanti contributi pagherò?

Oltre alle tasse dovrai provvedere anche al pagamento dei contributi previdenziali, che serviranno per la tua futura pensione.

L’attività di onicotecnica, rientra tra le attività artigianali, per le quali è obbligatoria l’iscrizione alla gestione INPS artigiani. 

Questa cassa prevede la ripartizione dei contributi tra fissi e variabili. 

I primi ammontano per il 2023 a 4.427,04€ e dovrai versarli, in 4 rate trimestrali, a prescindere dal fatturato effettivamente incassato. 

I contributi variabili, invece, si calcolano solo sull’eventuale quota di reddito che eccede la soglia del reddito minimale, che si attesta alla cifra di 18.415€, con aliquota del 24%.

Quindi se percepisci ricavi fino a 17.504€ dovrai versare i contributi fissi di 4.427,04€, se superi questo valore invece, pagherai una percentuale del 24% sulla differenza tra ricavi netti e 18.415€.

Se aderisci al regime forfettario potrai richiedere all’INPS una riduzione del 35% sia sui contributi fissi che su quelli variabili.

Tasse e contributi da pagare come onicotecnica: un esempio pratico

Sara è un onicotecnica in regime forfettario e qualificandosi come nuova attività può usufruire dell’aliquota di tassazione al 5%. 

Sara ha incassato in tutto l’anno 15.000€.

  • Incasso: 15.000€ 
  • Coefficiente di redditività: 67%
  • Contributi pagati l’anno precedente: 3.906€

Calcolo tasse 

Applichiamo il coefficiente di redditività

  • 15.000*67%= 10.050€ imponibile lordo 

Scarichiamo i contributi pagati l’anno precedente  

  • 10.050-3.906= 6.144€ imponibile su cui calcolare le tasse 

Calcolare l’ammontare delle tasse

  • 6.144*5%= 307€ 

Calcolo contributi 

Poiché i ricavi (10.050€) sono inferiori al minimale previsto di 17.504€, Sara pagherà solo l’importo dei contributi fissi di 4.208€.

Conoscere le caratteristiche, i requisiti e i limiti dell’attività di onicotecnica è molto importante per poter cogliere tutte le opportunità e le agevolazioni  la giusta tipologia di Partita IVA ti offre.

Rivolgerti ad un professionista del settore può aiutarti a fare le scelte giuste.

Fiscozen mette a tua disposizione un consulente fiscale sempre disponibile per supportarti nella gestione di ogni aspetto fiscale e previdenziale della tua Partita IVA. Compila il form in fondo all’articolo per ricevere una consulenza gratuita e senza impegno. Un nostro esperto ti contatterà per rispondere ad ogni tuo dubbio.

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Scritta da un nostro Autore

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