Come divento parrucchiere?
Quello del parrucchiere è un mestiere molto antico. Basti pensare che, nei secoli passati, l’acconciatore era una figura richiestissima a corte e nei palazzi della nobiltà. In seguito, con l’avvento del cinema e con la nascita del mondo della moda, il coiffeur è diventato l’amico fidato delle dive e dei grandi personaggi del Novecento.
Con il passare del tempo, dunque, il parrucchiere è diventato a tutti gli effetti un professionista. Oggi, infatti, chiunque voglia svolgere questa attività, sia come dipendente di un salone che in proprio, deve prima frequentare una scuola di formazione per parrucchieri e conseguire, al termine, l’attestato di qualifica professionale.
Durante questi corsi, che generalmente hanno una durata biennale, non si studiano soltanto le tecniche per effettuare un taglio o una colorazione, ma anche discipline come la biologia, chimica, inglese e marketing.
A differenza di quanto si possa credere, difatti, quello del parrucchiere è un mestiere molto delicato, che necessita di un’adeguata preparazione. Una persona senza competenze, infatti, può commettere errori e arrecare danni anche molto gravi alla sua clientela, utilizzando impropriamente le tinture e i vari “attrezzi del mestiere”.
Tuttavia, per mettersi in proprio a tutti gli effetti, occorre prima effettuare un ulteriore passaggio: ci riferiamo all’apertura della Partita IVA per parrucchiere. Vediamo, dunque, quali step dovrai affrontare per iniziare!
Come apro Partita IVA da parrucchiere?
Il parrucchiere che decide di lavorare in proprio, sia da “freelancer”, ovvero in casa o presso il domicilio del cliente, sia aprendo un nuovo locale, deve necessariamente aprire la Partita IVA e regolarizzare la sua posizione.
Per legge, infatti, non è possibile utilizzare il sistema della prestazione occasionale per questo mestiere: se svolgi, con continuità o meno, l’attività di parrucchiere, dunque, sei obbligato ad aprire la Partita IVA.
Vediamo quali sono i passaggi da affrontare!
Comunicazione all’Agenzia delle Entrate
Aprire Partita IVA come parrucchiere comporta l’inquadramento fiscale da artigiano, e dunque da ditta individuale. Ciò significa che, oltre a presentare la SCIA, dovrai utilizzare la procedura chiamata ComUnica, che serve ad avvertire i vari enti ed a svolgere tutti gli adempimenti con un’unica operazione telematica: iscrizione al Registro delle Imprese e all’Albo degli Artigiani, apertura della posizione previdenziale presso la Gestione Artigiani e Commercianti INPS, ecc..
Per predisporre ed inviare la ComUnica, e quindi procedere con l’apertura della Partita IVA da parrucchiere, è bene farsi affiancare da un esperto, in modo tale da essere certi di effettuare tutto correttamente. Inoltre, durante la procedura online, dovrai indicare il tuo Codice ATECO e scegliere a quale regime fiscale assoggettarti: due passaggi da svolgere con la massima attenzione, in quanto rilevanti per l’andamento futuro della tua attività!
Con Fiscozen puoi ricevere assistenza sia per l’apertura della Partita IVA da parrucchiere, sia per l’invio della ComUnica, a soli 200 euro + IVA. Ti basterà compilare il seguente form per richiedere una consulenza gratuita e confrontarti con uno dei nostri esperti, che saprà indirizzarti verso le opzioni per te più convenienti!
Scelta Codice ATECO
Ogni Partita IVA viene associata ad un codice che identifica il tipo di mestiere o attività che la persona andrà a svolgere. Esistono codici per qualsiasi professione: dallo psicologo al wedding planner, per intenderci.
Nel tuo caso, dovrai associare il seguente codice alla tua Partita IVA per parrucchiere:
- 96.02.01 → Servizi dei saloni di barbiere e parrucchiere.
Questo codice ti permette di svolgere il mestiere a domicilio (nelle Regioni d’Italia dove ciò è consentito) e, soprattutto, di aprire un salone di parrucchiere, che diventerà la ‘base operativa’ della tua nuova attività.
Scelta regime fiscale
Il terzo step riguarda la scelta del regime fiscale a cui dovrai assoggettarti. Da esso dipende l’ammontare delle imposte che andrai a versare ogni anno. Al momento, l’opzione più vantaggiosa, per desidera avviare una nuova attività, è il regime forfettario, che consente di pagare meno tasse e ridurre anche i costi di gestione.
Il regime forfettario, dedicato alle Partite IVA con fatturato annuo inferiore a 65.000 euro, prevede, infatti, il versamento di un’unica imposta sostitutiva, che prende il posto dei comuni tributi (IRPEF, ecc.).
Aderendo al regime forfettario, pertanto, verserai soltanto il 15% di imposte sul tuo reddito imponibile che, come stabilito dal tuo Codice ATECO per parrucchiere, corrisponde al 67% del fatturato complessivo. Ad esempio, se il tuo volume d’affari corrisponde a 20.000 euro, l’aliquota sarà applicata solo su 13.400 euro.
Inoltre, se possiedi anche i requisiti per la cosiddetta “aliquota start-up”, potrai beneficiare di un’ulteriore riduzione delle imposte, che scendono fino al 5% per i primi 5 anni di attività, per poi passare normalmente al 15%.
Ma la tassazione agevolata non è l’unico vantaggio dato dal regime forfettario. Ulteriori benefici, per chi possiede i requisiti di accesso e mantenimento, sono: la “contabilità semplificata”, che ti consente di non registrare le fatture (dovrai soltanto numerarle e conservarle) e i corrispettivi, e la possibilità di operare in franchigia IVA.
Quest’ultimo aspetto è, per te, molto importante. In un settore altamente competitivo, come quello dei servizi alla persona e, in particolare, dell’estetica, è fondamentale mantenere un listino prezzi conveniente. Scegliendo il regime forfettario, infatti, non dovrai aggiungere l’Imposta sul Valore Aggiunto al 22% sui corrispettivi emessi. Di conseguenza, potrai mantenere dei costi più bassi per la tua clientela ed incentivare il successo del tuo salone!
Chi può accedere al regime forfettario per parrucchiere?
Il limite di ricavi – fissato, a partire dal 1 gennaio 2019, a 65.000 euro – non è l’unico requisito di accesso al regime forfettario per parrucchiere. Ovviamente, per non fuoriuscire dal regime, dovrai mantenerti sotto questa soglia per tutti gli anni a venire, ma dovrai prestare attenzione anche ai compensi dei tuoi impiegati o collaboratori, che non potranno superare il limite annuo di 20.000 euro, e ad eventuali redditi da lavoro dipendente o assimilati, per i quali il tetto massimo è fissato a 30.000 euro.
Restano, invece, esclusi coloro che possiedono quote di partecipazione a società di persone (non potrai, dunque, aderire al regime forfettario, se apri un salone di bellezza insieme ad uno o più soci) o, ancora, che controllano società a responsabilità limitata (S.r.l.) del medesimo settore. Per approfondire, clicca su questo link!
Quanti contributi pagherò?
Veniamo, infine, alla previdenza, ovvero ai contributi INPS che formeranno, negli anni, la tua pensione.
Dal punto di vista fiscale, la Partita IVA per parrucchiere viene inquadrata come attività di tipo artigianale. Pertanto, sarai tenuto ad iscriverti presso la Gestione Commercianti e Artigiani dell’INPS.
Cosa comporta?
I tuoi contributi INPS per parrucchiere si dividono tra contributi fissi e contributi a percentuale.
- I primi vanno versati sul reddito minimale (ovvero su una soglia minima di reddito che varia di anno in anno), che oggi corrisponde a 15.953,00 euro, con aliquota del 21,90% (per gli under 21) o del 24% (per tutti gli altri). Pertanto, verserai un contributo minimo fisso pari a 3.501,15 euro (under 21) o a 3.836,16 euro (over 21).
- I contributi a percentuale si calcolano, invece, soltanto sulla parte di reddito che eccede la soglia del minimale. Le aliquote rimangono identiche, ovvero: 21,90% sotto i 21 anni; 24% per gli artigiani con più di 21 anni.
Ricordiamo, inoltre, che i parrucchieri che si avvalgono del regime forfettario possono richiedere, presentando direttamente la domanda all’INPS, una riduzione pari al 35% sui contributi sia fissi che a percentuale.
Quanti costi dovrò affrontare?
Quali sono gli adempimenti a cui deve pensare il titolare di Partita IVA per parrucchiere? Vediamoli insieme.
- Dichiarazione dei redditi → Da presentare a partire dal secondo anno di attività (relativamente all’anno fiscale precedente, ovvero il primo), una volta all’anno. Il periodo di consegna, solitamente, è l’inizio dell’estate. Per i forfettari, la compilazione è molto più semplice: occorre, infatti, inserire soltanto le fatture emesse durante l’anno (e appositamente conservate e numerate), mentre le spese si calcolano forfettariamente (33%).
- Imposte e contributi INPS → Da versare ogni anno, si dividono in: 1) imposta sostitutiva, pari al 15% o al 5% sul reddito imponibile; 2) contributi minimi e a percentuale, con aliquota variabile dal 21 circa al 24%.
- Registro dei corrispettivi → Il registro dei corrispettivi è un documento obbligatorio per le attività che non emettono fattura, ma scontrino fiscale. Nel caso di un parrucchiere assoggettato al regime forfettario, basterà segnare giornalmente la somma delle transazioni effettuate con scontrino (e le eventuali transazioni per le quali, su richiesta del cliente, è stata emessa la fattura), indicando gli importi ma non l’IVA. L’annotazione deve avvenire entro il giorno successivo (non festivo) a quello della transazione.
Non dimenticare, poi, che gli artigiani – dunque anche il parrucchiere – devono versare annualmente anche l’INAIL, ovvero il contributo per l’assicurazione sul lavoro, che ammonta a circa un centinaio di euro.