Per capire quando non conviene il regime forfettario devi valutare:
- Possibilità di scaricare i costi
- Situazione familiare
Costi scaricabili:
Nel regime forfettario non puoi “scaricare” i costi, ma paghi le tasse su una percentuale del tuo incassato chiamata coefficiente di redditività, che dipende dall’attività che svolgi. Ogni attività in Italia è definita grazie ad un codice, chiamato ATECO. Quando avrai l’ATECO della tua attività saprai il tuo coefficiente e quindi la percentuale sulla quale pagherai le tasse.
Ad esempio, se hai incassato 40.000€ e il tuo coefficiente di redditività è del 78% paghi le tasse su 31.200€ (40.000€ x 78%).
Al contrario, il regime ordinario consente di scaricare gli oneri detraibili, come gli interessi sui mutui o le spese mediche
Facciamo un esempio:
Giorgio lavora come calzolaio da 7 anni e quest’anno ha incassato 64.000€ e ha avuto spese per 45.000€. Nell’anno precedente ha versato 4.000€ di contributi.
Regime forfettario:
- Base imponibile: 64.000€ x 67% = 42.880€
- Base imponibile netta: 42.880€ – 4.000€ = 38.880€
- Tasse da pagare: 38.880€ x 15% = 5.832€
Regime ordinario:
- Base imponibile: 64.000€ – 45.000€ = 19.000€
- Base imponibile netta: 19.000€ – 4.000€ = 15.000€
- IRPEF primo scaglione: 15.000€ x 23% = 3.450€
In questo caso, visto che i costi che puoi scaricare sono molto alti, potrebbe non convenirti il regime forfettario.
Situazione familiare:
Se la tua famiglia è composta da due genitori e un figlio con un’unica fonte di reddito e aderisci al regime forfettario perderai le detrazioni IRPEF per i figli a carico.
Al contrario, se entrambi voi genitori ricevete un reddito e solo uno dei due ha il regime forfettario, le detrazioni IRPEF saranno concesse al 100% al reddito non forfettario.
Un consulente fiscale è la persona giusta per capire quale regime fiscale è più conveniente nel tuo caso specifico.
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