Per aprire un’attività di commercio online in regime forfettario devi:
- identificare il codice ATECO, cioè il codice che identifica il tipo di attività che svolgi che, nel caso del commercio online dipende dala tipologia di prodotto chevendi.
Ad esempio, se vendi scarpe il tuo codice ATECO sarà 47.12.50 – Commercio al dettaglio non specializzato con prevalenza di articoli di abbigliamento e calzature. Se vendi cosmetici, il tuo codice sarà 47.12.40 – Commercio al dettaglio non specializzato con prevalenza di cosmetici, articoli di profumeria e detersivi, articoli di cancelleria e giochi.
- verificare di avere tutti i requisiti per accedere al regime forfettario, ossia:
- aver incassato somme inferiori a 85.000€ come lavoratore autonomo l’anno precedente
- essere residente in Italia
- non avere partecipazioni in società di persone, anche se familiari
- non avere partecipazioni di controllo in società di capitali nello stesso settore dell’attività che intendi svolgere
- il reddito da lavoro dipendente, qualora presente, deve essere inferiore a 30.000€. Questo limite è stato alzato a 35.000€ nel 2024, ma non ci sono ancora conferme ufficiali per gli anni successivi
- la spesa per dipendenti e collaboratori deve essere inferiore a 20.000€
Se sei in possesso dei requisiti, puoi aprire la tua ditta individuale inviando la ComUnica, una pratica che ti consente contemporaneamente di:
- aprire la Partita IVA
- iscriverti al registro delle imprese della camera di commercio
- iscriverti alla gestione commercianti INPS per il pagamento dei contributi
Oltre a questo dovrai inviare la SCIA, cioè la segnalazione certificata di inizio attività, al comune in cui ha sede la tua attività e dovrai abbonarti ad un servizio per la firma digitale e per una casella PEC.
Il costo per aprire una ditta individuale è diverso a seconda che tu scelga di farlo:
autonomamente, devi pagare:
- Iscrizione alla camera di commercio: circa 100€
- SCIA: da 0€ a 200€ a seconda del comune in cui avvii la tua attività
- PEC e firma digitale: da 35€ all’anno a seconda del provider
- affidandoti ad un intermediario, come il commercialista: il costo totale può andare dai 500€ ai 1.500€ a seconda del regime fiscale scelto e del compenso del professionista
Oltre alle spese di apertura, devi sostenere quelle di gestione, cioè le tasse e i contributi.
Le tasse sono diverse in base al tuo regime fiscale:
- ordinario: devi pagare l’IRPEF, un’imposta cha va da una percentuale minima del 23% fino ad una massima del 43% sui tuoi guadagni al netto delle spese, cioè sull’imponibile. Ad esempio, se hai incassato 90.000€ ed hai avuto spese per 10.000€, il tuo imponibile è di 80.000€ (90.000€ – 10.000€)
- forfettario: paghi una percentuale del 15% o del 5% per i primi 5 anni se avvii una nuova attività. Le percentuali si applicano sul tuo imponibile, che puoi trovare moltiplicando i tuoi incassi totali per un valore detto coefficiente di redditività e sottraendo i contributi che hai versato l’anno precedente.
Ad esempio, con il codice ATECO 47.91.10 il coefficiente di redditività è del 40%, quindi se incassi 20.000€ e l’anno scorso hai versato 4.200€ di contributi paghi le tasse solo su 3.800€ (20.000€ x 40% – 4.200€).
I contributi che dovrai versare alla gestione commercianti INPS sono di due tipi:
- fissi: 4.549,70€ all’anno che dovrai pagare in 4 rate indipendentemente da quanto incasserai
- variabili: se il tuo imponibile fiscale supera i 18.555€, sull’eccedenza dovrai versare il 24,48%. Se il tuo imponibile supera i 55.448€, sull’eccedenza dovrai versare il 25,48% di contributi variabili
Per essere sicuro di avviare la tua attività nel modo corretto, il commercialista è il professionista più adatto a cui puoi rivolgerti
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