Le spese anticipate sono una delle categorie di spese non imponibili indicate nell’articolo 15 del D.P.R. 633/72 e sono le spese che vengono anticipate da un professionista o da un’azienda per conto di un cliente e che sono necessarie per svolgere l’attività lavorativa.
Rappresentano quindi soldi che, come professionista, tu anticipi e poi il cliente ti restituisce.
Si chiamano spese non imponibili perché quando i soldi ti vengono rimborsati non entrano a fare parte del tuo compenso e quindi non sono soggette a tassazione o IVA
Le altre spese esenti ex art.15 sono:
- interessi o costi dovuti a ritardi o altri obblighi del cliente
- il valore dei beni venduti con sconti o come premi
- le spese di rivalsa IVA
- le somme relative ad imballaggi e recipienti
Per essere non imponibile, uno scambio di denaro deve soddisfare almeno uno di tre criteri, non deve essere:
- relativo ad operazioni effettuate in italia
- conseguenza dell’esercizio di un’impresa, arte o professione
- legato ad uno scambio di beni o ad una prestazione di servizi
In questo caso, le spese anticipate non sono legate ad uno scambio di beni o servizi ma sono solo un rimborso e sono quindi considerate non imponibili.
Perché siano rimborsabili dal cliente, tutte le spese devono essere correttamente documentate.
Ad esempio, se sei un avvocato in regime ordinario e devi chiedere al tuo cliente un compenso di 1.000€ ma hai avuto spese anticipate per 150€ tra bolli e spese di segreteria, la tua fattura sarà:
- compenso: 1.000€
- spese anticipate: 150€
- IVA 22%: 220€
- contributo integrativo 4%: 40€
- totale fattura: 1.320€
IVA e contributo integrativo sono calcolati solo sul compenso e non sulla somma di compenso e spese anticipate perché le spese sono non imponibili.
Per conoscere nel dettaglio in che modo registrare le spese non imponibili, il commercialista è il professionista giusto a cui rivolgerti.
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