Conto corrente per Partita IVA: in quali casi è obbligatorio?
Allo stato attuale, non vi è alcun obbligo per le persone fisiche di possedere un conto corrente per la Partita IVA, ovvero un conto business dedicato esclusivamente ai movimenti (in entrata e in uscita) relativi all’attività.
Di conseguenza, se sei un libero professionista (avvocato, ingegnere, medico, ma anche grafico, nutrizionista, coach o social media manager), non devi avere un conto corrente associato alla tua Partita IVA.
Tuttavia, le cose cambiano per le ditte individuali iscritte al Registro Imprese della Camera di Commercio: in questo caso, infatti, l’assenza di un conto corrente per la Partita IVA ad uso esclusivo potrebbe destare sospetti.
Comunque, ricordiamo che, sebbene il D.L. n.112/2008 abbia abrogato l’obbligo di detenere un conto corrente esclusivo, rimane necessario possedere almeno un conto corrente personale per il versamento delle imposte.
Con il Decreto Bersani del 2006, infatti, il pagamento di tasse e contributi può essere effettuato solamente con sistemi telematici (es. home banking), e non con la consegna della somma in contanti all’Agenzia delle Entrate.
Di conseguenza, se sei titolare di Partita IVA (o sei intenzionato ad aprirne una nel breve termine), devi munirti prima possibile di un conto corrente che ti permetta di espletare gli adempimenti fiscali e contributivi.
Conto corrente dedicato Partita IVA: sono obbligato ad averlo?
Per diverse settimane si è parlato di una possibile reintroduzione dell’obbligo di aprire un conto corrente per Partita IVA, da utilizzare esclusivamente per le operazioni e i movimenti di cassa inerenti all’attività.
Tale conto corrente dedicato doveva diventare obbligatorio, con l’approvazione della nuova Legge di Bilancio, dal 01 gennaio 2020. Tuttavia, la proposta è stata accantonata e la normativa, perciò, rimane invariata.
Pertanto, per il momento, possiamo solo consigliare l’apertura di un conto per la Partita IVA, in quanto, nonostante ciò comporti un aumento delle spese, vi sono alcuni vantaggi da considerare, ovvero:
- migliore gestione delle finanze, grazie ad un controllo più rigoroso delle somme in entrata e in uscita;
- netta distinzione tra spese personali/familiari e spese relative all’attività professionale;
- maggiore chiarezza in caso di accertamenti da parte dell’Agenzia delle Entrate, che potrà verificare le entrate e le uscite, senza che vi sia il rischio di far confusione con altre voci non pertinenti alla tua attività;
- nessun rischio di ricevere sanzioni per movimenti non giustificati (es. introiti non fatturati, dunque “a nero”);
- possibilità di monitorare l’andamento finanziario del tuo lavoro e valutare possibili miglioramenti.
Quando mi conviene avere un conto corrente dedicato?
Concludendo, l’impiego di un conto corrente dedicato alla propria attività, dunque ad uso esclusivo, rimane una possibilità da valutare, anche in assenza di un effettivo obbligo da parte della normativa attualmente in vigore.
Ciò vale, in modo particolare, per i freelancer che effettuano regolarmente movimenti di cassa abbastanza corposi, per chi opera di frequente con committenti e/o fornitori esteri, ma anche per le Partite IVA che intendono accedere a bonus o agevolazioni fiscali – come ad esempio il credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali – e che, quindi, hanno necessità di mantenere i conti in ordine per poter giustificare al meglio le singole spese.
Utilizzare un unico conto corrente per la Partita IVA è buona norma, ma per una gestione snella ed efficiente dell’attività servono anche altri accorgimenti. Una soluzione per tenere sotto controllo l’andamento degli affari, conoscere in anticipo l’ammontare delle imposte che si dovranno versare nei mesi successivi e non perdere d’occhio le prossime scadenze si chiama Fiscozen: compila il form sottostante per richiedere una consulenza gratuita!