Partita IVA Copywriter: come aprire e quanto costa?

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Lavorare come copywriter: dipendente o libero professionista?

Se hai deciso di intraprendere una “carriera” da copywriter, hai davanti a te due strade. La prima opzione è cercare un’agenzia di comunicazione (o una web agency) che necessiti di una figura fissa, ovvero di un impiegato presso la propria sede. In questo caso, saresti un dipendente a tutti gli effetti, con un contratto a tempo determinato (o, con molta fortuna, a tempo indeterminato).

La seconda via, per certi versi più difficile, è lavorare come freelance, una parolina che, di fatto, si traduce con libero professionista. Si tratta di una scelta certamente più rischiosa: toccherà a te gestire i tempi, bilanciare entrate e uscite, ampliare la tua rosa di clienti e fare i conti con le difficoltà tipiche della libera professione.

Una su tutte? Aprire la Partita IVA come copywriter!

Copywriter freelance e prestazione occasionale: limiti e vantaggi

Se sei agli inizi della tua carriera da copywriter, puoi rimandare, ancora per qualche tempo, la famigerata apertura della Partita IVA. L’ordinamento italiano consente, infatti, di effettuare prestazioni occasionali – anche in maniera autonoma – purché rientrino in regime, appunto, di occasionalità. Che significa?

La prestazione occasionale è un’attività saltuaria, caratterizzata da singole collaborazioni di breve durata. Un esempio? Se un committente ti richiede tre articoli per il suo blog, non sarai costretto ad aprire la Partita IVA, bensì potrai regolarmente pagare le tasse sull’incasso, utilizzando il sistema della ritenuta d’acconto.

La ritenuta d’acconto prevede il versamento di un’imposta pari al 20% del compenso. Ad esempio, se incassi 100 euro, dovrai pagare 20 euro di ritenuta (che verranno trattenuti e versati dal committente).

Tuttavia, questo sistema può essere adottato soltanto in caso di prestazioni singole e di carattere episodico. Dunque, se la tua attività si trasforma in un vero e proprio lavoro continuativo, con collaborazioni che superano i 30 giorni nel corso dell’anno solare, è necessario aprire la Partita IVA come copywriter.

Come fare? Te lo spieghiamo noi!

Come apro la Partita IVA da copywriter?

Aprire la Partita IVA è più semplice di quanto non sembri. La procedura può essere effettuata anche online, sul sito dell’Agenzia delle Entrate, ed in maniera del tutto gratuita. Tuttavia, è caldamente consigliato rivolgersi ad un commercialista o ad una figura esperta, per evitare di commettere errori durante i vari passaggi.

Con il servizio online Fiscozen, ad esempio, è possibile aprire la Partita IVA da copywriter in maniera veloce, comoda e totalmente gratuita, ricevendo assistenza costante durante i passaggi più complicati.

Compila il modello sottostante e un consulente fiscale di Fiscozen ti contatterà per aiutarti nella scelta del giusto Codice ATECO della tua attività.

I principali step, per aprire la Partita IVA da copywriter, sono tre:

  • Avvio della procedura online tramite Agenzia delle Entrate;
  • Scelta del Codice ATECO;
  • Scelta del regime fiscale a cui aderire.

La scelta del Codice ATECO

Il Codice ATECO (ATtività ECOnomiche) è un codice che serve a classificare la tua Partita IVA in un determinato settore. Esistono, infatti, decine di Codici ATECO, a seconda del tipo di professione che andrai a svolgere: dal commerciante al medico, dal parrucchiere all’architetto, per intenderci. Ancora oggi, tuttavia, non esiste ancora un Codice ATECO che riconosca la professione di copywriter.

Come fare, allora?

Potrai scegliere, per la tua Partita IVA, un Codice ATECO simile o generico:

  • 74.90.99 (altre attività professionali NCA)
  • 70.21.00 (relazione pubbliche e comunicazione)
  • 63.99.00 (altre attività dei servizi di informazione NCA)
  • 73.11.01 (ideazione di campagne pubblicitarie)

La scelta del Codice ATECO è importante perché, da essa, dipenderà la tua situazione fiscale e previdenziale.

La scelta del regime fiscale

La seconda scelta riguarda il regime fiscale a cui aderire. Anche in questo caso, il parere di un esperto, che sappia valutare la tua situazione e consigliare l’opzione più vantaggiosa, tra quelle possibili, è molto importante.

Solitamente, per chi si appresta ad avviare una nuova attività in regime di libera professione, la soluzione più conveniente è scegliere il regime forfettario.

Si tratta, infatti, di un regime fiscale che prevede alcune agevolazioni, tra cui una tassazione ridotta rispetto a quello standard. Aderendo al forfettario, dunque, dovrai versare un’imposta sostitutiva pari al 15% del tuo reddito imponibile (che si riduce al 5% per i primi 5 anni di attività, se possiedi i requisiti per l’aliquota start-up).

Quando andrai a calcolare tale imposta, non dovrai considerare l’intero fatturato incassato, bensì il reddito imponibile, che a sua volta dipende dal coefficiente di redditività (pari al 78% per la tua attività).

Per accedere al regime forfettario, è necessario che la somma di ricavi e compensi non superi una certa soglia. Per il 2021, è pari a 65.000 euro. Il limite per i redditi da lavoro dipendente o pensione, invece, è 30.000 euro.

Regime previdenziale per copywriter: quanti contributi pagherò?

Le attività professionali “senza Cassa”, tra le quali ricade il copywriter, prevedono l’iscrizione alla Gestione Separata INPS.

  • La “cattiva notizia” è che dovrai versare contributi pari al 26,23% del tuo reddito imponibile (ottenuto mediante il coefficiente di redditività, che come abbiamo visto corrisponde al 78%).
  • La “buona notizia” è che, a differenza di altre categorie, non dovrai versare contributi fissi. La somma dovuta, infatti, sarà calcolata in relazione ai tuoi effettivi guadagni. Se fatturi zero, pagherai zero.

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