Chi è il formatore?
Quella del formatore è una figura professionale di nuova generazione: nata negli ultimi decenni del secolo scorso, si è diffusa velocemente prima negli Stati Uniti e, solo in seguito, in Europa, fino ad arrivare qui in Italia.
Sia che preferisca definirsi “personal coach”, sia che prediliga l’espressione più suggestiva “mental coach”, il formatore è un professionista che cura lo sviluppo personale e lavorativo dei suoi clienti, affiancandoli e supportandoli nel loro percorso di auto-miglioramento, sino al raggiungimento dei punti prefissati.
Detto in altri termini, il formatore è colui che aiuta la persona ad esprimere e valorizzare il suo potenziale, a delineare i suoi obiettivi ed a mettere in pratica strategie vincenti per riuscire a conseguirli, a controllare l’ansia e ridurre lo stress in vista di un esame o di un importante colloquio, a focalizzare le energie nella direzione giusta.
Nella maggioranza dei casi, l’attività si configura come libera professione: il formatore o coach, infatti, è un freelancer che presta la propria consulenza ai singoli clienti (come, ad esempio, imprenditori o aspiranti tali, manager, uomini politici, personaggi dello sport e dello spettacolo, ma anche studenti in procinto di scegliere l’indirizzo del corso di laurea) e, talvolta, anche alle stesse aziende e ad enti pubblici.
Nonostante – ricordiamo! – il formatore non sia né un medico, né uno psicologo, la sua attività può svolgersi con modalità piuttosto diverse: si va dagli incontri “one-to-one” alle lezioni per piccoli gruppi, dai corsi rivolti a vere e proprie classi, tenuti in presenza o anche online, passando per la partecipazione a conferenze, meeting ed eventi aziendali, fino alla scrittura di libri ed e-book o alla pubblicazione di video sui canali social.
Ad oggi, infatti, la figura del formatore è spesso vaga e indefinita, sia per quel che riguarda la sua formazione, sia in quanto ai requisiti che bisognerebbe possedere per lavorare: a fare la differenza, quindi, è un mix tra cultura personale ed esperienze maturate in azienda o a contatto con altri coach, ma anche la reputazione sul web.
Come tutti i lavoratori autonomi, comunque, anche il formatore è tenuto ad aprire la Partita IVA, a emettere fatture e a dichiarare i suoi incassi al fisco, non appena la sua attività prende una forma stabile e continuativa.
Vediamo, quindi, come si apre una Partita IVA da formatore e quali spese comporta.
Partita IVA per formatore: quando mi conviene aprire?
L’apertura della Partita IVA, per il formatore, è una tappa importante che segna il passaggio verso l’autonomia: un momento che determina una svolta e che, quindi, incute spesso timore. Specialmente se si tiene conto dei vari costi (imposte, contributi, assistenza fiscale) che si dovranno affrontare nel breve e lungo termine.
Nel momento in cui un lavoratore si dedica stabilmente ad un’attività “in proprio”, ottenendo così degli introiti fissi e regolari, l’attivazione della Partita IVA diventa un obbligo. Dunque, se presti consulenza come formatore a più clienti, incontrandoli abitualmente – ad esempio, con un tot di appuntamenti al mese o alla settimana – e non in via puramente occasionale, ti verrà richiesto di compiere questo passo.
Come apro Partita IVA per formatore?
La procedura per aprire Partita IVA come formatore, se l’inquadramento è da libero professionista, è abbastanza semplice e, da alcuni anni, può essere completata online, attraverso il sito dell’Agenzia delle Entrate. Inoltre, non prevede costi iniziali e richiede al massimo 24 ore. Una volta compilato e protocollato il modello AA9/12, ti verrà assegnata la Partita IVA, che consiste in una serie formata da 11 cifre.
Se vuoi essere certo di compiere correttamente tutti gli step, puoi rivolgerti ad un servizio online come Fiscozen.
In tal modo, prima di avviare la procedura, puoi confrontarti con un consulente e valutare ogni scelta.
Codice ATECO per formatore
Qual è il Codice ATECO più appropriato per svolgere l’attività di formatore o personal coach?
A differenza delle “vecchie” professioni, come l’avvocato o l’ingegnere, che rispondono a norme specifiche e fanno riferimento al proprio Ordine, il formatore non deve attenersi ad una particolare disciplina.
Tutto ciò si riflette sulla scelta del Codice ATECO poiché, in assenza di un codice apposito, bisognerà fare alcune valutazioni sulla base di più fattori: servizi offerti, clientela target e, soprattutto, modello di business.
Ricordiamo, comunque, che è possibile utilizzare un Codice ATECO principale e, successivamente, “arricchire” la Partita IVA da formatore con altri codici correlati. Tali decisioni, comunque, vanno sempre ponderate insieme ad un esperto: alcuni codici, infatti, prevedono un inquadramento non più da libero professionista, bensì da ditta individuale. In quest’ultimo caso, è necessaria una diversa procedura per attivare la Partita IVA, meno rapida e non più gratuita: la tariffa proposta da Fiscozen è 200 € + IVA, comprensiva sia dei costi di iscrizione al Registro delle Imprese che dell’assistenza per la presentazione della ComUnica e della SCIA comunale.
Regime forfettario per formatore
Il secondo aspetto da valutare riguarda la scelta del regime fiscale più vantaggioso.
Ad oggi, è chiaro che il regime forfettario costituisce l’opzione più conveniente, in quanto permette di abbattere i costi e semplificare la gestione della Partita IVA da formatore. Aderendo al forfettario, infatti, verserai soltanto un’unica imposta sostitutiva, con aliquota al 15% applicata sul reddito imponibile. Inoltre, se sei in possesso di tutti i requisiti, per i primi cinque anni puoi usufruire anche dell’aliquota start-up ridotta al 5%.
La tassazione soft non è l’unico vantaggio offerto dal regime forfettario. Un altro aspetto interessante è la possibilità di operare in franchigia IVA. Che vuol dire? Che i forfettari non applicano l’Imposta sul Valore Aggiunto sulle proprie tariffe. Pertanto, possono mantenere prezzi bassi e competitivi rispetto ai concorrenti.
Per un formatore, al giorno d’oggi, tutto ciò costituisce un vantaggio da non sottovalutare!
Il regime forfettario dà diritto, comunque, anche ad altre agevolazioni di carattere burocratico: dall’abolizione della contabilità (con il solo obbligo di conservare le fatture numerate) all’assenza di studi di settore.
Per usufruire di questo regime, bisogna prestare attenzione ai suoi limiti relativi a:
- ricavi e compensi annui (per un massimo di 85.000 euro);
- redditi da lavoro dipendente o pensione (per un massimo di 30.000 euro);
- spese per impiegati e/o collaboratori (per un massimo di 20.000 euro).
Inoltre, ricordiamo che sono esclusi tutti coloro che partecipano a società di persone, ad associazioni professionali o a società a responsabilità limitata che hanno optato per la trasparenza fiscale.
Per essere certo di poter accedere al regime forfettario e ricevere supporto nella procedura di avvio della Partita IVA da formatore, contattaci attraverso il seguente form e prenota una consulenza gratuita!
Gestione separata INPS per formatore
Veniamo adesso ai contributi previdenziali che il formatore deve versare, ogni anno, per aver diritto ad un trattamento pensionistico. Come abbiamo già accennato, questa figura non fa capo né ad un Ordine, né ad un Albo professionale. Pertanto, non ha nemmeno una Cassa specifica, come accade per architetti, infermieri, ecc..
Il formatore versa i suoi contributi alla Gestione Separata INPS, nella sezione dei liberi professionisti.
Ciò comporta un importante vantaggio: la GS, infatti, non prevede contributi fissi (o minimi), ma soltanto in proporzione al reddito. Di conseguenza, la quota da versare sarà calcolata in base al tuo rendimento: se, durante l’anno, hai lavorato e guadagnato poco, ti viene richiesta una cifra altrettanto bassa. Come avviene il calcolo?
L’aliquota attualmente prevista per i contributi previdenziali è pari al 25,98% del reddito lordo.
Partita IVA per formatore: quali sono i costi?
Riassumendo, i costi da affrontare, a breve e lungo termine, per aprire Partita IVA come formatore, sono abbastanza contenuti e dipendono in larghissima parte dal fatturato. L’apertura, come abbiamo visto, è gratuita. Inoltre, comincerai a versare imposte e contributi soltanto a partire dal secondo anno di attività.
Le spese da considerare sono le seguenti:
- Imposte: 5% o 15% del reddito imponibile
- Contributi INPS: 25,98% del reddito lordo
Ti ricordiamo, inoltre, che sottoscrivendo un servizio online, come Fiscozen, puoi abbattere anche i costi legati al consulente, senza rinunciare ad un’assistenza fiscale puntuale e di qualità. Potrai usufruire di una semplice piattaforma digitale per la gestione della tua Partita IVA da formatore e ricevere supporto per il disbrigo di tutti gli adempimenti: dalla dichiarazione dei redditi al modello Intrastat e tanto altro.