Chi è e cosa fa la modella?
La modella o indossatrice non è solamente colei che sfila sulle passerelle dei grandi stilisti. Ci sono tante altre attività che rientrano in questo ambito: basti pensare alle migliaia di immagini pubblicitarie che compaiono in rete, sulle riviste o nei giornali, oppure agli spot promozionali che passano, ogni giorno, in TV o sui canali di streaming.
Dunque, che si tratti di realizzare un nuovo spot per un’automobile di lusso, per un profumo o una marca di merendine, o di creare un catalogo per un brand di abbigliamento, i modelli e le modelle hanno tante opportunità per lavorare: ad ogni modo, l’inquadramento sarà sempre quello di un libero professionista in collocamento ex-EMPALS, anche se ci si “appoggia” ad un’agenzia di moda specializzata per trovare nuove collaborazioni.
Quando la modella non ha un contratto con un’azienda o agenzia, ha dinanzi a sé due opzioni per instaurare un rapporto di collaborazione con i suoi committenti: la prestazione occasionale, con ritenuta d’acconto pari al 20%, oppure la fatturazione vera e propria, per la quale, però, si rende necessaria l’apertura della Partita IVA.
Vediamo quando è possibile utilizzare il primo sistema e quando, invece, bisogna aprire Partita IVA per modella.
Prestazione occasionale: un modo per cominciare
La prestazione occasionale è il primo sistema con cui l’aspirante modello/a può instaurare delle collaborazioni con agenzie, case di moda, negozi di abbigliamento, ecc., senza dover necessariamente aprire la Partita IVA.
Come funziona questo metodo di pagamento?
È semplice: l’indossatrice stabilisce un contratto di lavoro occasionale con il committente in questione (che può essere un privato o un’azienda), nel quale vengono stabiliti i termini della collaborazione: prestazioni da effettuare, orari e giorni di lavoro e, ovviamente, il compenso pattuito, sul quale verrà applicata una ritenuta pari al 20%.
Dunque, se una modella deve posare per un atelier di abiti da sposa e, per 4 ore di shooting, viene pagata 200 euro, dovrà produrre una ricevuta e indicare sia il compenso (200 euro), sia la ritenuta d’acconto del 20% (40 euro).
Ricordiamo, però che, se il committente è un privato o un soggetto straniero, la ritenuta del 20% non si applica.
Vi sono, comunque, dei limiti nell’uso della prestazione occasionale che, come si evince dal suo stesso nome, può essere adoperata solamente per singole collaborazioni non ripetute nel tempo: una sfilata, uno shooting e così via.
Le cose cambiano quando l’indossatrice comincia a collaborare regolarmente con un’agenzia o con un brand, e cioè quando l’attività assume la forma di un lavoro continuativo, con una serie di committenti fissi e introiti regolari, e ciò vale a prescindere dall’ammontare di tali introiti (chi parla di un limite di incassi, infatti, dice solo una bufala!).
L’apertura della Partita IVA per modella o indossatrice, difatti, si rende necessaria quando l’attività perde le caratteristiche di occasionalità ed episodicità, per configurarsi, invece, come un lavoro regolare e continuativo.
In altre parole, se vi capita di posare ogni tanto per un fotografo o di sfilare per un laboratorio di sartoria, non sarete costretti/a ad aprire Partita IVA per modella. Se, invece, svolgete queste prestazioni più volte durante l’anno e avete intrapreso delle collaborazioni fisse con agenzie e/o aziende, dovrete iniziare a mettervi in proprio.
Come fare? Semplice, ve lo spieghiamo noi di Fiscozen!
Come apro Partita IVA come modella?
Aprire la Partita IVA è un momento di passaggio, che segna l’ingresso nel mondo della libera professione e, dunque, crea inevitabilmente una certa “inquietudine”: tasse, contributi, costi di gestione, che ansia!
Se siete arrivati fin qui, è perché anche voi siete sul punto di aprire Partita IVA per modella o modello: ecco, dunque, come fare per regolarizzare l’attività di indossatrice con il fisco italiano, in quattro semplici passaggi!
Aprire Partita IVA per modella
L’apertura della Partita IVA per modella è totalmente gratuita ed è un’operazione molto più immediata di quanto non si pensi solitamente. Bastano pochi click – la procedura, al giorno d’oggi, è telematica – e il gioco è fatto!
Tuttavia, è caldamente consigliato farsi affiancare da un consulente, un commercialista o da un’altra figura esperta in ambito fiscale, poiché durante questi primi passaggi dovrete compiere alcune decisioni di grande rilevanza.
Un eventuale errore, dunque, potrebbe costarvi molto caro!
Codice ATECO per modella o indossatrice
La prima domanda che dovrete porvi è: qual è il corretto Codice ATECO per modella o indossatrice?
Come sappiamo, ogni Partita IVA è associata ad un codice che descrive il tipo di attività o la professione che andrete a svolgere. Ciò vale per qualsiasi lavoro: dall’avvocato al fisioterapista, fino al titolare di e-commerce.
Per lavorare come modelle o modelli, il Codice ATECO da utilizzare è il seguente:
- 90.01.09 – Altre rappresentazioni artistiche
Questo codice generico racchiude sia l’attività di modella/indossatrice, sia altre figure che operano nel campo dell’arte e dell’intrattenimento: disk-jockey, musicisti, cantanti, attori, ma anche conferenzieri, ballerini, ecc..
Tuttavia se, alla professione di modella, pensate di affiancare altre attività (come, ad esempio, la vendita di articoli tramite i vostri canali social, la sponsorizzazione in rete di marchi/prodotti, la produzione di video da condividere su YouTube e via di seguito), potrete aggiungere dei codici secondari alla Partita IVA per modella.
Regime forfettario per modella
Un’altra importantissima scelta, da effettuare in fase di apertura della Partita IVA per modella, riguarda il regime fiscale a cui assoggettarvi. Attualmente, per chi sta muovendo i primi passi nel mondo del lavoro autonomo e, pertanto, non ha un fatturato particolarmente consistente, l’opzione più conveniente è il regime forfettario.
Chi sceglie questo regime, infatti, può beneficiare di una tassazione agevolata, con un’aliquota fissa molto più bassa rispetto a quelle previste per i contribuenti “ordinari”, pari al 5% per i primi cinque anni (se in possesso dei requisiti richiesti per l’aliquota start-up) e al 15% a partire dal sesto (o direttamente dal primo, per chi non li possiede).
Ad ogni modo, per chi aderisce al regime forfettario, i vantaggi non finiscono qui:
- esenzione IVA → significa che non dovrete applicare l’Imposta sul Valore Aggiunto sulle vostre prestazioni lavorative e, dunque, potrete proporre delle tariffe più basse e competitive rispetto ai vostri concorrenti;
- contabilità semplificata, senza obbligo di registrare le fatture e con minori adempimenti da svolgere.
Ad oggi, per rientrare nei parametri fissati per il regime forfettario per modelle, basta non superare i 85.000 euro annui di fatturato e rispettare una serie di requisiti. Tuttavia, con l’imminente approvazione della prossima Legge di Bilancio 2020, non sappiamo ancora quali saranno i criteri di accesso e mantenimento del regime.
Vi invitiamo, pertanto, a seguire questo blog per non perdere i nostri aggiornamenti sul tema!
Contributi previdenziali per modelle
L’ultimo passaggio da effettuare riguarda l’iscrizione alla Cassa di Previdenza, al fine di versare i contributi previdenziali che, una volta conclusa l’attività lavorativa, andranno a formare la vostra pensione.
Le Cassa di riferimento, per chi svolge l’attività di modella o indossatrice, sono due:
- ex-EMPALS;
- Gestione Separata INPS
Nel primo caso, i contributi verranno ripartiti tra il professionista e il committente, secondo queste modalità:
- Contributo: 33% del compenso, di cui il 9,19% a carico della modella (da indicare in fattura o nella ricevuta per prestazione occasionale, trattenuto dal committente) ed il 23,81% a carico del committente;
- Contributo di solidarietà: pari al 5% del compenso pattuito, suddiviso per il 50% a carico della modella e il rimanente 50% a carico del committente (solo per quei compensi giornalieri superiori a € 300,07);
- Contributo aggiuntivo: a carico dell’indossatrice, pari all’1% della parte di compenso eccedente € 137,95.
Nel secondo caso, invece, spetta alla modella farsi carico dei propri contributi previdenziali, che verranno calcolati sul reddito imponibile (ovvero sul fatturato lordo, meno le spese), con aliquota pari al 25,72%.
La modella, pertanto, farà capo ad entrambe le Casse: la scelta dipende, difatti, dalla natura della prestazione.
Conclusioni
Se anche voi state pensando di aprire la Partita IVA per modella o modello e siete interessati a ridurre il più possibile i costi (e lo stress!), compilate il seguente form e richiedete una consulenza gratuita a Fiscozen: vi risponderemo prima possibile! Sarete assistiti da un nostro consulente specializzato, che analizzerà la situazione e vi indirizzerà verso la soluzione fiscale più conveniente, per dare inizio alla vostra carriera senza preoccupazioni!