Meritocracy & Fiscozen

La Partita IVA forfettaria nel 2021 con Fiscozen

Lavorare come freelancer, nel 2021, è ormai un’abitudine ampiamente sdoganata. Sono tanti i giovani neolaureati – e non solo loro – che, invece di limitarsi ad attendere la sicurezza del “posto fisso”, preferiscono rimboccarsi le maniche e portare avanti un progetto personale.

Poco importa se l’attività svolta sia una professione “tradizionale” o qualcosa di totalmente innovativo: oggi l’idea di essere “imprenditori di se stessi” non fa più paura come un tempo, anche in virtù delle agevolazioni fiscali di cui possono usufruire le “piccole Partite IVA”.

Se hai dato vita ad un business redditizio e, negli ultimi mesi, gli affari stanno andando nella giusta direzione, allora c’è una buona notizia per te: l’apertura della Partita IVA e il cammino verso l’indipendenza economica saranno più facili e sostenibili di quanto tu possa credere.

Di cosa stiamo parlando esattamente?

La risposta ai tuoi dubbi e alle tue esigenze si chiama “Partita IVA forfettaria”: una soluzione che ti permetterà di trasformare passioni e interessi in una valida fonte di reddito, senza doverti preoccupare troppo per gli adempimenti fiscali, i costi di gestione e la burocrazia!

Quanto costa aprire una Partita IVA forfettaria?

Veniamo, quindi, alla principale questione che si frappone tra te e i tuoi sogni in fatto di business: l’investimento economico che occorre per metterti in proprio e aprire Partita IVA.

Di quali cifre stiamo parlando?

Purtroppo si sente spesso in giro che la Partita IVA sia troppo costosa, e quindi impegnativa, per un giovane alle prime armi. Difatti, alcune persone sono convinte che, solo per per la procedura di avvio dell’attività, sia necessario sborsare somme a dir poco esorbitanti.

Si tratta, però, di un’opinione che non trova riscontro nella realtà, dove chiunque voglia dedicarsi ad una professione, ad un mestiere artigianale o all’imprenditoria può portare a termine il proprio progetto con una spesa irrisoria, se non addirittura a costo zero.

Anche nel 2021, infatti, l’apertura di una Partita IVA forfettaria è gratuita per chi esercita la libera professione – come nel caso di un medico o di un webmaster. Mentre, per le attività con inquadramento da ditta individuale, che quindi richiedono l’invio della Comunicazione Unica (e talvolta della SCIA), va preventivata una spesa complessiva di circa 180-200 euro.

Insomma, come puoi notare, abbiamo di fronte delle cifre perfettamente abbordabili!

Come si apre una Partita IVA forfettaria?

Messa da parte la questione economica, è il momento di analizzare la procedura vera e propria – che, nel 2021, si svolge per via telematica – con cui si apre una Partita IVA forfettaria. Per una maggiore semplicità, l’abbiamo riassunta in tre passaggi essenziali.

#1 Avvio dell’attività

Per aprire Partita IVA, innanzitutto, bisogna avere le idee chiare sul tipo di attività che si vuole intraprendere e, in relazione a questo, valutare l’inquadramento fiscale adatto.

Infatti, come ti abbiamo anticipato, dall’inquadramento dipendono non solo i costi di apertura, ma anche gli adempimenti da eseguire: i professionisti, in tale senso, sono la categoria più avvantaggiata, dato che, per loro, l’operazione è rapida, digitale e gratuita.

Commercianti ed artigiani, invece, sono tenuti ad iscriversi al Registro Imprese presso la Camera di Commercio, passaggio che richiede la presentazione della Comunicazione Unica.

In più, qualora l’esercizio dell’attività fosse consentito solo in presenza di determinati requisiti (professionali, ambientali, edili, ecc.), sarebbe obbligatoria anche la SCIA.

Dunque, per queste due categorie, l’apertura della Partita IVA non è un’operazione a costo zero, ma richiede, invece, una cifra variabile (per imposte di bollo, diritti camerali, ecc.).

Se, però, decidi di affidarti a Fiscozen, non devi più preoccuparti di nulla: la pratica passa per intero nelle mani di un consulente esperto, mentre la tariffa è fissa e pari a 200 euro + IVA!

#2 Codice ATECO

In fase di apertura, insieme ad un professionista, bisogna compiere un altro importante passo, selezionando il Codice ATECO che meglio rispecchia il tuo ruolo e/o settore.

Ogni Partita IVA, infatti, è associata ad un codice principale, completato talvolta da uno o più codici secondari (se si svolgono attività riconducibili ad ambiti differenti). Esso determina non solo l’inquadramento fiscale e contributivo, bensì anche altri elementi di rilievo, come il coefficiente di redditività, ossia la percentuale di ricavi e compensi che, tolti spese (su base forfettaria) e contributi versati nel periodo (per via analitica), è sottoposta a tassazione.

Pertanto, ad un architetto che ha incassato 10.000 euro, in base al suo Codice ATECO (con coefficiente pari al 78%), si applica una deduzione del 22%, ovvero di 2.200 euro, per le spese, meno i contributi relativi al periodo (ad esempio, altri 2.000 euro). Dunque, è tenuto a versare un’imposta calcolata su una porzione di ricavi e compensi che è pari a 5.800 euro.

#3 Regime forfettario

Le regole succitate valgono per coloro che risultano titolari di una Partita IVA forfettaria, ovvero per i freelancer che, in fase di apertura, hanno optato per il regime forfettario.

Di cosa si tratta?

Con questa espressione intendiamo un regime fiscale agevolato, al quale possono accedere i professionisti e le ditte individuali che, nel corso dell’anno, non superano i limiti di:

  • 65.000 euro per ricavi e compensi;
  • 30.000 euro per redditi di lavoro dipendente;
  • 15.0000 euro per le retribuzioni di impiegati e/o collaboratori.

Le agevolazioni tipiche di una Partita IVA forfettaria comprendono, invece:

  • imposta sostitutiva con aliquota start-up al 5% per 5 anni, per chi possiede i requisiti;
  • imposta sostitutiva con aliquota standard al 15% dal sesto e/o per chi non li possiede;
  • franchigia IVA;
  • esonero dalla fattura elettronica;
  • esonero da studi di settore, esterometro, ecc.;
  • fatture non registrate, ma solo conservate e numerate.